Catalizzatori inorganici
I catalizzatori inorganici, noti anche come catalizzatori eterogenei, sono metalli supportati in grado di emulare la mirabile azione dei catalizzatori naturali per eccellenza: gli enzimi. Il metallo si lega ad una matrice solida per assorbimento. Nel corso del processo, è importante assicurarsi che ci siano sufficienti siti attivi disponibili con cui i reagenti possano interagire. Come materiali di supporto vengono scelti materiali porosi, tipicamente il carbone, la silice e l’allumina, in possesso di un’ampia area superficiale. Più aumenta l’area superficiale disponibile, più aumenta il numero di siti attivi.
I catalizzatori eterogenei hanno un ruolo fondamentale nelle reazioni di idrogenazione e di accoppiamento incrociato in ambito accademico come in ambito industriale. Essendo posti in una fase diversa da quella in cui si trovano il materiale di partenza e, al termine della reazione, i prodotti desiderati, questo tipo di catalizzatori si rivelano facili da rimuovere e riciclare. Ciò fa sì che i catalizzatori inorganici siano molto apprezzati nei processi industriali e su larga scala. Tuttavia, a differenza dei catalizzatori organici e dei leganti, i catalizzatori eterogenei non possono essere ottimizzati agevolmente.
Nel campo della catalisi eterogenea, alcune classi di trasformazioni sono diventate indispensabili nella cassetta degli attrezzi del chimico di sintesi e, sempre più, anche degli altri chimici. Molti di questi metodi hanno preso il nome dai laboratori nei quali sono stati sviluppati; un elenco non esaustivo include le reazioni di: Stille, Buchwald–Hartwig, Negishi, Heck, Miyaura–Suzuki, e Sonogashira. Per sostenere la vostra ricerca e ogni vostra esigenza applicativa, disponiamo di un portfolio senza eguali di catalizzatori inorganici, quali, ad esempio: platino, palladio, rutenio o rodio su carbone, silice o carbonato di calcio.
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