Nanomateriali inorganici e metallici

Nanoparticelle inorganiche

Le nanoparticelle inorganiche sono atossiche e biocompatibili, idrofile e altamente stabili se confrontate con i materiali organici. Offriamo una gran varietà di nanoparticelle inorganiche quale valido strumento per la tua ricerca, tra cui quelle di silice, fluorescenti e i nanodiamanti.

• Per soddisfare ogni esigenza della ricerca, le nanoparticelle di silice sono disponibili con un gran numero di modificazioni. Che tu cerchi fluorescenza ultrastabile, particelle mesoporose o non porose, o superfici funzionalizzate, troverai un’ampia gamma di dimensioni tra cui scegliere.
• Offriamo nanoparticelle fluorescenti, come quelle di polimeri coniugati costituite da un nucleo in polimero semiconduttore emittente luce (LEP) incapsulato in un tensioattivo biocompatibile. La loro eccellente stabilità le rende una scelta ideale in applicazioni di MRI multimodale per imaging cellulare.

Nanoparticelle metalliche

Quando preparate e modificate con gruppi funzionali ben precisi, le nanoparticelle metalliche (ad es. in oro, argento, ferro) si prestano a un’ampia gamma di applicazioni nel campo dei sensori e delle batterie, in ambito diagnostico e terapeutico.

Kit di oro e ossidi di ferro

Approfitta delle caratteristiche ottiche e di biocompatibilità uniche delle nostre nanoparticelle d’oro, dei nanoricci d’oro e delle nanoparticelle in ossidi di ferro senza dover affrontare complicati passaggi sintetici. Offriamo kit di particelle funzionalizzate con maleimmide e N-idrossisuccinimmide (NHS) per la coniugazione in un solo passaggio con oligo, anticorpi, proteine e peptidi. Le nostre nanoparticelle d’oro possono essere usate per il targeting di cellule in tecniche di imaging, per la terapia fototermica e la veicolazione e il rilascio di farmaci, per rilevare biomarcatori e nei saggi immunologici (inclusi i saggi a flusso laterale). Le particelle in ossidi di ferro sono ideali per la separazione di cellule e biomolecole, per scopi di gene delivery e di rilascio di farmaci, oltre che per applicazioni dell’imaging a risonanza magnetica (MRI) e della ipertermia.

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