Immunoistochimica diagnostica
L'immunoistochimica (IHC) diagnostica comprende una serie di tecniche ideate per identificare anomalie tissutali, stabilire la prognosi e indicare le diverse possibilità terapeutiche. Il principio di base dell'IHC diagnostica è una reazione antigene-anticorpo in cui un anticorpo marcato con un enzima o un colorante fluorescente viene utilizzato per visualizzare la localizzazione e la distribuzione di un antigene specifico in tessuti o in sezioni di tessuto. Sebbene la colorazione istologica sia il principale strumento analitico da oltre un secolo, i numerosi progressi ottenuti nell'immunoistochimica (IHC) diagnostica e nelle analisi molecolari hanno rivoluzionato il campo della moderna patologia clinica.
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IHC diagnostica e patologia clinica
Nei laboratori di patologia generale, l’IHC è una componente di routine del servizio in quanto costituisce un vantaggioso strumento analitico e diagnostico. Sebbene gran parte della diagnostica clinica sia ancora in gran parte basata sulle colorazioni standard come l'ematossilina-eosina (H&E), sono numerose le modalità con cui l’IHC può aiutare i patologi nell’interpretazione dei casi compleassi. L'immunocolorazione diagnostica viene regolarmente utilizzata per identificare precocemente eventuali cambiamenti della morfologia e dello sviluppo cellulare, come la proliferazione o l'apoptosi. Gli anticorpi ad uso clinico sono in grado di identificare lineage individuali di cellule, legando specifici marcatori costituiti da proteine. Questa specificità degli anticorpi può generare falsi positivi/falsi negativi, poiché l'immunocolorazione è sensibile al trattamento dei tessuti, alla loro conservazione e alla qualità dei reagenti. I laboratori di patologia clinica riducono al minimo il rischio di errori nelle loro analisi lavorando secondo protocolli e programmi di formazione prestabiliti e utilizzando solo anticorpi, coloranti e reagenti diagnostici clinicamente validati. In particolare, lo sviluppo di anticorpi monoclonali altamente specifici per i marcatori cellulari chiave ha portato all'uso di pannelli diagnostici per IHC da utilizzare per la ricerca e l'identificazione clinica dello stadio della malattia e come guida per la patologia chirurgica.
IHC diagnostica e cancro
Nella maggior parte dei casi, un cancro può essere identificato localizzando nel tessuto bioptico specifici antigeni mediante una combinazione di colorazione istologica e immunoistochimica diagnostica. La determinazione dell’esatto tipo di tumore con l'impiego della colorazione standard H&E su tessuti fissati in formalina può essere difficile, specialmente con tumori metastatici e/o scarsamente differenziati. L’IHC fornisce un metodo relativamente rapido e semplice per determinare più precisamente l'origine del tessuto neoplastico e indagare il comportamento o la progressione di una certa neoplasia. Un cancro di origine primaria sconosciuta (CUP) rappresenta una condizione in cui si osservano le metastasi, ma il sito primario è sconosciuto. Si stima che i CPU rappresentino circa il 3-5% dei casi di cancro. L'IHC si rivela importante nel restringere la gamma di alternative diagnostiche nei casi di CUP critici e di altri casi atipici in cui vi è un disaccordo nei dati morfologici e clinici. In alcuni casi di diagnosi incerta, l’ IHC fornisce informazioni significative riguardanti il fenotipo del cancro e la sede del tumore primario. L’immunocolorazione si rivela un comodo strumento diagnostico per individuare molti tipi di cancro, inclusi gli adenocarcinomi (colon, seno, prostata) e i tumori della pelle. Viene spesso utilizzata nella diagnostica del cancro al colon (HNPCC/sindrome di Lynch) per integrare i metodi di rilevamento classici come l’analisi della instabilità dei microsatelliti (MSI), caratterizzata da alterazioni di sequenze di DNA ripetitivo. Nel cancro della pelle, specialmente se questa è danneggiata dal sole, la colorazione H&E standard non è affidabile per identificare i melanociti intraepidermici presenti nelle sezioni di tessuto. Anche un'ispezione attenta non è sufficiente per differenziare chiaramente i cheratinociti pigmentati dai melanociti o per definire chiaramente la densità dei melanociti stessi. Pertanto, molti patologi si affidano all'IHC per differenziare il melanoma in situ.
IHC diagnostica e agenti infettivi
L'immunoistochimica diagnostica fornisce un rapido metodo morfologico per la differenziazione delle infezioni in campioni di tessuto, facilitando decisioni diagnostiche rapide nella cura dei pazienti. Gli anticorpi marcati con fluoresceina isotiocianato (FITC) sono utilizzati per rilevare gli antigeni pneumococcici nei tessuti infetti. Nella rilevazione delle malattie infettive, l'IHC è molto utile per identificare microrganismi che sono:
- difficili da rilevare con colorazioni di routine o speciali
- colorati debolmente
- presenti in basse quantità
- non coltivabili
Alcuni metodi di IHC diagnostica che fanno uso di anticorpi specifici contro il DNA o l’RNA microbico vengono usati nei casi di infezioni da epatite B, epatite C e citomegalovirus per confermare la presenza di tali agenti infettivi nei tessuti. Inoltre, l’IHC viene utilizzata nella diagnosi di diverse infezioni cutanee per identificare infezioni virali e batteriche particolari, difficilmente identificabili utilizzando solo le comuni colorazioni per microscopia. Il saggio di immunofluorescenza (IFA) è ampiamente utilizzato nella medicina, sia umana che veterinaria, per l’identificazione di agenti patogeni (virali, batterici o protozoi) in tessuti non fissati.
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